S’intitola Always Bonded, la collezione che Marine Serre, guest star di Pitti Uomo 106 ha presentato nel parco panoramico sulle colline di Fiesole, di Villa di Maiano, una dimora del 1400, trasformata per ospitare la sfilata della collezione donna e per la prima volta anche maschile che vuol essere un tributo all’amore. “È un onore per me essere Guest Designer di Pitti Uomo” rivela Marine Serre nel backstage “È la prima volta che portiamo il nostro show al di fuori di Parigi. Quando ho visto per la prima volta la location sono rimasta folgorata perché mi ricordavano le ambientazioni del film Il Padrino, che adoro. Così mi sono lasciata ispirare”.
Top model come Marie Sophie Wilson, Mark Vanderloo e Maggie Maurer sfilano nei giardini di Villa di Maiano, affiancati da un casting di modelli che abbraccia 24 paesi, sulle note di un’orchestra dal vivo che suona musica italiana. Le mezze lune logo del marchio francese, vengono aerografate sui capi in pelle. Ma a sfilare sono capi presi dallo sportswear contaminati dalla couture. “Always Bonded” è una collezione uomo e donna primavera estate 2025 che porta a Pitti messaggi universali, senza dimenticare la cultura fiorentina per l’abbigliamento maschile e la pelletteria. “Mi sono divertita a disegnare questa nuova silhouette maschile – racconta la stilista – realizzata in pelle rossa, viola e marrone. E naturalmente 12 look couture tra cui corpetti gioiello realizzati a mano, altri con un approccio più sportivo che sono stati decostruiti dalle borse da tennis e dagli zaini da escursione”.
Come brand indipendente Marine Serre si è affermata a Parigi per il suo stile che unisce gli stilemi della couture francese, a riferimenti all’abbigliamento e ai tessuti dello sportswear. La sua maison è pioniera nella produzione di capi realizzati con materiali al termine del loro ciclo di vita, una pratica che Marine Serre definisce come Regenerated, alla base della sua estetica, sin dalla collezione di debutto del 2016. La pratica della Regeneration rappresenta un impegno rivoluzionario verso la circolarità nel mondo globale dell’industria della moda, che include la fornitura dei tessuti, la produzione e il processo di progettazione nel suo insieme. Questi valori si fondono con una combinazione di riferimenti culturali legati al momento storico, che sperimentano l’idea di inventare nuove culture e un nuovo modo di vivere. Dalla sua visione e dal suo percorso, che a Pitti teniamo d’occhio da alcune stagioni, emerge un concentrato di fierezza e disciplina. Da atleta quale è stata, Marine disegna capi pronti a superare vincoli generazionali come la prova del tempo. In passerella sfilano anche modelle non più giovanissime. Sono abiti che parlano di attitudine mentale e personalità, di stile e portamento.
L’ultima serie di dieci abiti bianchi – uno da ballo, indossato da una modella di colore, ha decine di bandiere diverse stampate all over – è un riferimento al bisogno di pace nel mondo, ancora una lettura della realtà che Marine Serre non vuole trascurare. Gli abiti sono stati realizzati con biancheria per la casa riciclata, capi di sartoria classica, abiti da sposa e pizzo upcycled.
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