Le cavalier bleu, il colorato universo estetico del designer francese Pierre Louis Mascia, da molte stagioni presente a Pitti Uomo, ha sfilata per la prima volta a Firenze nella serra Tepidarium Giacomo Roster, nell’ambito della edizione 106 del salone maschile, con una collezione che è la summa dello stile pittorico del designer. “È un omaggio a una filosofia – spiega lo stilista nel back stage – più che a uno stile pittorico. Sono i colori della vita, sono le parole di Kandinsky la cui eco risuona in me”. “Nessuno di noi cerca di riprodurre direttamente la natura. Cerchiamo di dare una forma artistica all’universo interiore, cioè all’esperienza spirituale”. Così la sfilata, preceduta da balli e da musica live, di un gruppo di artisti in una coreografia di “sogni vestiti, ispirata a tutte le arti”, è un’ode alla libertà, ai capelli al vento, alle ombre di seta, al movimento sottolineato da una vasta gamma di sfumature. Un sogno cromatico, libero da tutte le rigidità che ci minacciano. Sfilano completi di seta stampata in fantasie paisley camicie rigate chiuse da broche di latta stile vintage, sopra-gonne floreali su pantaloni in maglia jacquard, scialli frangiati, disegni di farfalle e fiori, in una girandola di colori, mai stonata seppure carica.
“Questa è la mia prima sfilata. Ho immaginato gli studenti delle scuole d’arte – spiega Mascia – invadere il palco, con la loro tavolozza, i loro pennelli, la loro immaginazione. Una ventata di colore, perline e stampe: la grafica pura si affianca a fiori, alberi della vita e motivi geometrici. Ci sono dei dégradé, dei délavé e sempre dei riferimenti a quell’Oriente scintillante, allo scontro tra rosso e arancio che il lavoro di Yves Saint Laurent continua ad ispirare, ancora e ancora”. “La nostra unica certezza – sostiene lo stilista – è l’idea che la natura debba essere la nostra sola preoccupazione, oltre alla fede in un mestiere che unisce il passato al presente, senza nostalgia. Da qui il nostro lavoro sulla lavorazione della seta, sulle trasparenze, sulla dissolvenza dall’opaco al lucido, sulle forme un po’ evanescenti: l’idea è quella di avere sovrapposizioni, altezze diverse, contrasti tra la maglia e la seta avvolgente: con molta raffinatezza e delicatezza, possiamo ancora esprimere il mondo. Per questo abbiamo scelto la serra Tepidarium Giacomo Roster di Firenze, un luogo costruito per ospitare sia piante ornamentali eccentriche che farfalle; un palazzo di vetro traslucido dove dieci anni fa è stato girato Under Lucky Star. La luce è quella del cielo di Firenze, luogo di nascita di grandi artisti”.
“Sono francese, lavoro in Italia- rivela – e non avrei mai potuto fare questo percorso senza questa libertà di movimento e di pensiero. L’Europa è ancora un terreno di gioco dove gli artisti possono sviluppare progetti. Ho invitato Pierre Rigal, un mio amico coreografo di Tolosa, che con R.onde.s, una forma di danza ancestrale e sorprendentemente comune a tutte le civiltà e a tutti i continenti, celebra tutto ciò in cui credo: la possibilità di comunicare direttamente gli uni con gli altri, attraverso una continuità di sguardi”.
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