IED Avant Défilé 2024, i tre vincitori

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IED Avant Défilé 2024, premiata a Milano la moda dei diplomandi dell’Istituto Europeo di Design. Sfilate e performance tra la gente in piazza Mercanti. Riconoscimento ai temi della sicurezza nei cantieri, all’artigianalità e ai luoghi di origine, nelle collezioni dei giovani designer Marco Servedio (Premio del Fashion System), Emma Baroni (Premio della Stampa), Matteo Gagliano (Premio del Pubblico).

La kermesse ha concentrato in due giorni sfilate e installazioni in piazza e a Palazzo Giureconsulti, portando lo sguardo del pubblico sui neo fashion designer IED. Un evento graduate della scuola di moda IED Milano che ha coinvolto la città. Oltre 1100 i votanti che hanno decretato i tre vincitori tra le dieci collezioni dei giovani protagonisti, pronti ad affacciarsi al mondo delle professioni della moda.
Il Premio del Fashion System, assegnato dal cavalier Mario Boselli di Luxury Jersey, è andato a Marco Servedio, autore della collezione 3K ispirata al lavoro nei cantieri, anche grazie al papà operaio: Un lavoro che pone l’accento sulla sicurezza e sulla prevenzione dei rischi, attraverso abiti-uniformi in tessuti tecnici resistenti e performanti (Majotech), attenti alle diverse fisicità e dotati di inserti tecnologici (LED alimentati da batterie e pannelli solari, che si caricano di giorno e danno più visibilità quando la luce scarseggia; chiusure che garantiscono mobilità e versatilità, trasformando parte dell’uniforme in zaini e porta caschetti).

Il Premio della Stampa, consegnato da Yves Tsou, editorial coordinator del magazine CAP 74024, è andato a Emma Baroni e alla collezione Je vois encore ispirata all’ambiente e all’artigianalità delle valli del Trentino, che ha commosso con il tema del ricordo sensoriale, in capi che fanno sentire il calore del luogo di origine.

Il Premio del Pubblico, consegnato dal docente IED Michele Guazzone, è andato infine a Matteo Gagliano e al suo Cicardian Rhythm, collezione omaggio al sogno e al notturno e ancora all’artiginanalità: il damasco e la lana di pecora grezza – l’interno e l’esterno del cuscino simbolo della notte – si fondono a creare giacche, canottiere, gonne e copricapi.
“È noto che la moda Italiana è sempre stata connotata da grande creatività, cura del dettaglio ed artigianalità. Lo IED, radicato in questa fertile filiera, rappresenta un trampolino di lancio per questi giovani, che hanno appreso, grazie ad una preparazione data da insegnati di eccellente profilo, non solo le nozioni base che muovono la moda, ma soprattutto i dettagli che fanno la differenza e che hanno portato la moda Italiana ad essere una eccellenza nel mondo” commenta Federico Boselli, ceo Luxury Jersey. “Anche in questa occasione Luxury Jersey ha contribuito con la fornitura dei suoi tessuti a maglia alla presentazione di fine anno degli studenti dello IED. Siamo particolarmente orgogliosi di poter contribuire allo sviluppo della creatività di questi giovani talenti, che tanto potranno dare alla moda e contribuire allo sviluppo dell’intero fashion system in futuro. Tra i vari studenti – designer che hanno creato questi innovativi capi, abbiamo deciso di premiare con il ‘best project awarded by the fashion system’ lo studente più meritevole dal punto di vista della creatività. Auguriamo a Marco Servedio e a tutti gli altri giovani designer un futuro pieno di soddisfazioni e meritati successi”.
“Sono felice ed emozionato di attribuire questo premio a uno studente che ha lavorato per costruire l’inizio del proprio sogno, lì fra quei banchi dove ha preso forma anche il mio” ha commentato Antonio Moscogiuri, Editor in chief di CAP 74024 e Alumnus IED Milano.
“I nostri diplomandi hanno accolto una grande sfida, lanciata direttamente dal cuore di Milano: quella di aprirsi con coraggio e responsabilità a un pubblico ampio, di conoscenti e non solo, spiegando – ciascuno con il proprio linguaggio e la propria estetica – cosa significhi progettare e cosa stia dietro al pensiero che si tramuta, attraverso il Design, in azione – ha aggiunto Olivia Spinelli, head of Fashion School IED Milano, che ha curato anche la direzione artistica dell’evento. “Come scuola orgogliosamente italiana trasmettiamo ai nostri studenti e studentesse una metodologia che è figlia della nostra cultura, con uno sguardo sempre aperto allo scambio e alle commistioni e che va oltre il solo lavoro. Citando Ettore Sottsass – da un decalogo inedito del 1994, intitolato Design: come saranno i fiori funzionali? – ‘il Design in Italia non è una professione, è un modo di vivere’”.
10 in totale le installazioni statiche e 10 al giorno i momenti di performance live in cui gli outfit hanno preso vita dentro e fuori Palazzo Giureconsulti, in una cornice di racconto personale e collettiva insieme. Tra le altre tematiche affrontate nei progetti, accomunati dal potere altamente espressivo (se non addirittura “sovversivo”) attribuito all’abito e dall’esaltazione del legame con la famiglia e i luoghi di origine, ancora il tema del lavoro (con Azione di cura di Alessia Ferrucci, designer di origini filippine da parte materna, che punta a nobilitare i gesti di addetti alle pulizie e domestici; le atmosfere del clubbing techno (Momento di Christian Torchia) e del gotico/horror (Not scary di Filippo Ghini), ambienti da cui guardare il mondo con meno edulcorazioni o attraverso cui influenzare la percezione che gli altri hanno di noi. E ancora si affida all’abito il ruolo di armatura verso l’esterno, per puntare a un nuovo inizio (Indossando la Pioggia di Davide Casadei) o quello di strumento di ricostruzione, superando i propri limiti (Icaro di Stefano Marra). Si reinterpreta il “caos” dello streetwear in chiave orientale, alla ricerca di pace e armonia (Edo Yankees di Niccolò Mattavelli) e l’abbigliamento tecnico sportivo con elementi decorativi, alla ricerca di una performance wear coture (Round around di Andrea Cella).
Ad accogliere i visitatori a Palazzo Giureconsulti è stato anche il magazine Young Monsters issue N.4, pubblicazione annuale – distribuita con l’occasione gratuitamente – dedicata alla sperimentazione e alla ricerca visiva, fondata e diretta dal docente IED Mattia Ruffolo nel 2021. Si tratta di un numero realizzato internamente in IED Milano con i progetti degli studenti e delle studentesse al secondo e terzo anno del corso in Fashion Stylist.

(Riproduzione riservata)

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